Di Alessandro Santi, Welcome Ashore Italia

Stiamo portando alla luce una storia poco raccontata sul turismo crocieristico: una storia fatta di opportunità, lavoro e sviluppo per le comunità locali. Mentre alcune voci parlano solo in termini negativi e assoluti, noi ci impegniamo a valorizzare le esperienze reali di quasi 100.000 italiani che lavorano nel settore e che da questo traggono un reddito stabile per le proprie famiglie. Le loro storie meritano di essere ascoltate, e il loro contributo riconosciuto come parte di una discussione equilibrata e pragmatica sul futuro del turismo.

Welcome Ashore si impegna affinché queste voci vengano ascoltate.

Lasciatemi sottolineare ciò che è accaduto in Italia e in altre destinazioni del mondo nell’ultimo decennio: la possibilità di un dialogo obiettivo è spesso venuta meno perché non tutti i fatti erano sul tavolo. Al contrario, ci troviamo spesso di fronte a conversazioni a senso unico, dominate interamente da posizioni anti-crociera. È inevitabile che un dibattito così sbilanciato non consideri a sufficienza le conseguenze dell’allontanamento delle navi da crociera.

Prendiamo Venezia come esempio. Quando nel 2021 le navi da crociera sono state vietate, oltre 4.000 lavoratori hanno perso il lavoro. Intere filiere, dalla logistica alle piccole imprese, si sono ritrovate senza clienti. E si sono perse la conoscenza e l’expertise legate a queste attività. Eppure, nel dibattito non si è dato spazio alle conseguenze che quel divieto avrebbe avuto sull’occupazione e sul tessuto economico locale.

Il turismo crocieristico è un pilastro dell’economia delle comunità costiere, e i cittadini devono poter beneficiare dei suoi effetti. Ogni nave che arriva nelle nostre banchine porta clienti alle nostre attività commerciali e genera entrate fiscali che sostengono investimenti pubblici, da migliori infrastrutture alla salvaguardia del patrimonio culturale, fino ai servizi pubblici.

I porti che hanno scelto un approccio collaborativo stanno ottenendo risultati concreti. Prendiamo Civitavecchia, che continua a dimostrare equlibirio nel rapporto con il turismo crocieristico. Qui, i visitatori sostengono ristoranti, negozi, aziende di trasporto e siti culturali. Creano una domanda costante che permette alle imprese di investire e assumere. Consentono ai giovani di immaginare un futuro nella propria comunità, senza essere costretti a trasferirsi altrove per lavorare. Con una pianificazione e investimenti attenti, il turismo crocieristico può rappresentare una vera ancora di salvezza per le regioni costiere. Questo è l’approccio in cui credo, ed è per questo che sostengo Welcome Ashore. Perché se non facciamo sentire la nostra voce, saranno altri a decidere per noi, e le conseguenze potrebbero essere devastanti. La scelta è semplice: o cogliamo questa opportunità con logica e razionalità, oppure rischiamo di perderla del tutto.